Un nuovo Sandro Pertini? Difficile, oggi la politica è sempre più distante.

Diciamolo apertamente: non c’è più grande interesse a scrivere di politica e tantomeno a parlarne, se si tratta di quella attuale. I politici al Governo ne hanno sempre fatte di scelte, anche impopolari, non è una novità di oggi e neppure di ieri, ma qui si parla di qualcosa di ben diverso: i politici come persone. Oggi appena si sente parlare di un Capo del Governo o del Capo dello Stato, subito partono i commenti feroci, le critiche e gli insulti. Ogni tanto il livello degli attacchi è così basso da risultare ingeneroso, ma attribuire questi attacchi solo all’anti-politica grillina – come fanno ogni tanto alcuni autorevoli esponenti delle istituzioni – non è solo inesatto ma anche decisamente snob. È solo un modo per distogliere l’attenzione dal problema principale: l’eccessiva distanza fra gli uomini di potere e il popolo sovrano, che ormai non è più tale neanche alle urne, con la mancanza – che si spera abbia i tempi contati – delle preferenze sulla scheda elettorale. Gli uomini di potere oggi sono in generale senza carisma e non hanno presa sulla gente comune. Non riescono ad entrare in sintonia con il resto del Paese. O non vogliono, entrarci? Chi lo sa, fatto sta che oggi non solo vengono strumentalizzati, ma pare che vadano proprio a cercarsele, certe situazioni. Hanno quasi paura della gente, della “piazza”, e volente o nolente fanno di tutto per allontanarsene. È pur vero che quando la Politica era una cosa seria per tutti c’erano i grigi notabili democristiani e un segretario del Pci come Palmiro Togliatti che apostrofava anche i colleghi deputati dicendo: “Grazie compagno, ma credo che dovremmo darci del Lei”. Ma fra i melliflui democristiani c’era per esempio l’ironia di Giulio Andreotti, che non perdeva mai il contatto neanche con un singolo elettore che fosse uno, e dal 1978 al 1985 un Presidente della Repubblica come Sandro Pertini del quale ancora non si è riuscito a trovare l’erede, per ciò che riguarda lo spessore politico ma soprattutto quello umano. Se ne parla molto di Pertini, in questi giorni, e non solo perché da qui a poco il Parlamento dovrà eleggere un nuovo presidente, al posto di Giorgio Napolitano. Si è parlato di Pertini anche dopo la “gita” di Capodanno del Premier Matteo Renzi a Courmayeur con il Falcon 9000 di Stato. Il Movimento Cinque Stelle è subito intervenuto: “Pertini non l’avrebbe mai fatto”. Non è proprio esatto: Pertini andava in vacanza a Selva Di Val Gardena, con la moglie, scortato e con tutte le cautele del caso, ma dormiva nella Caserma dei Carabinieri, per “non arrecare disturbo agli abitanti”. Il punto è un altro: Sandro Pertini, in tutto il suo settennato da Presidente della Repubblica, non ebbe mai paura di stare a contatto con la gente. Non aveva timore a dialogare con le persone o a tenere discorsi, non si circondava di guardie del corpo e anzi amava “seminare” la scorta, quando possibile. Non abitò mai al Quirinale e non giustificò mai l’ostentazione come “regola”. E volendo poteva avere mille ragioni per isolarsi e farsi proteggere: quando fu eletto Presidente era stato appena ucciso Aldo Moro e le Brigate Rosse erano nel pieno della loro trucida violenza di fuoco, per non parlare dei gruppi armati di destra. La criminalità non politica, poi, non era da meno: in quegli anni, in città come Roma, Milano e Torino anche una serata al ristorante o in pizzeria nascondeva in sé il rischio di non tornare più a casa. Le rapine (spesso anche con moventi terroristici) erano all’ordine del giorno e i rapinatori sparavano alla minima reazione, e non per ferire. Anni in cui c’era davvero paura al solo pensiero di uscire di casa, e basta leggere oggi un po’ di cronache dell’epoca per rendersene conto. In quegli anni il nemico era davvero pericoloso, altro che i sindacati e i contestatori isolati di oggi. E, tornando a Pertini, non si videro mai servizi fotografici sulla moglie, la signora Carla, o “passaggi” sull’auto blu per andare a fare spese, per lavoro o altro. Erano cose non solo inconcepibili, ma innominabili. Oggi, invece, tutto è cambiato e Pertini è assolutamente insostituibile. Ci vorrebbero politici di rango che oltre a dialogare con la gente si presentassero davvero per ciò che sono, senza finzioni e giustificazioni. Ma questo dipende solo da loro.

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